I figli restano a casa sempre più a lungo, quando si faranno una loro vita?
Sono sempre di più gli ultra-trentenni che, pur avendo una certa età e magari fidanzati da anni, rimangono a casa con papà e mamma.
Talvolta con rammarico dei genitori, talvolta con il loro benestare.
In particolare quest’ultimo atteggiamento rappresenta un fenomeno degli ultimi tempi, giustificato nella maggior parte due casi degli ostacoli di carattere socio-economico che i giovani si trovano ad affrontare, in primis la difficoltà a trovare lavoro.
Connivenza dei genitori
Vi sono però anche casi in cui i genitori appaiono contenti del trattenersi in casa dei figli, anche se economicamente indipendenti.
Viene allora da chiedersi se, a fronte di questo atteggiamento, non vi siano anche ostacoli d’altro tipo.
I genitori che scoraggiano i figli dal mettere su famiglia sono per lo più delusi dall’attuale contesto socio-economico in cui è facile separarsi ed in cui è altrettanto facile che i figli vengano visti come un peso, rispetto ad esempio alla carriera.
Tutto in nome di un malinteso di benessere.
Un limitato concetto di benessere
Quando si parla di benessere in età adulta, infatti, questo comprende anche il pieno sviluppo della capacità di fare delle scelte, che portino sempre più la persona a realizzarsi al di fuori del rassicurante contesto familiare d’origine.
Accade invece spesso che i giovani di oggi vengano scoraggiati dai genitori non solo a sposarsi, ma anche a diventare a loro volta genitori, visto che questo, di tutti i cambiamenti che ognuno di noi si trova vivere nel corso della vita, è probabilmente quello più grande ed irreversibile.
Diventare genitori
Potremmo azzardare che in una società come la nostra, in cui quasi tutte le scelte che si prendono possono essere reversibili, il fondamentale momento di passaggio all’età adulta è rappresentato nella maggior parte dei casi dal diventare a propria volta genitori, accettando in tal senso di prendersi – per sempre – la responsabilità di qualcun altro.
Non voglio certo dire con questo che chi non diventa genitore non abbia la possibilità di diventare pienamente adulto.
Sicuramente però avere un figlio sancisce, o meglio dovrebbe sancire, il definitivo svincolo dai propri genitori.
Genitori e nonni che aiutano a diventare grandi
A tale proposito, l’atteggiamento dei genitori nei confronti dei figli che desiderano costruirsi un famiglia non sarà mai neutro, ma potrà facilitare oppure ostacolare questo fondamentale passaggio.
In tal senso i futuri nonni hanno una grande responsabilità nel passaggio del “testimone”.
Anche laddove abbiano una esperienza negativa alle spalle, la sfida dovrebbe essere quella di separare la propria esperienza negativa da quella che, invece, può essere quella dei figli.
Realismo e incoraggiamento
In tal senso, anche il ricordo di tutte le difficoltà incontrate potrebbe essere usato non per scoraggiare, ma al contrario per sostenere i figli in questo delicato momento di passaggio.
Questo sempre che si voglia che costoro facciano la loro strada, nonostante i rischi e le responsabilità che questo comporta.
In questo il genere umano avrebbe forse da imparare dagli uccelli che, ad un certo punto, quando li ritengono sufficientemente grandi, buttano i piccoli giù dal nido perché inizino a volare.
Anche se questo significherà trovarsi a soffrire del “nido vuoto”.
Letizia Cingolani
(Articolo pubblicato in Rivista dell’ANAP)