La fase del nido vuoto: un’occasione anche per la coppia matura

da | Mar 23, 2021 | Psicologia

Ogni coppia incontra lungo il suo sviluppo nell’arco della vita una serie di tappe. Ogni tappa impone degli ostacoli evolutivi, il cui superamento porterà cioè la persona ad evolvere sia individualmente che nel rapporto di coppia.

Per citarne alcune, nella fase dell’innamoramento i principali compiti evolutivi sono la costruzione di una identità di coppia, accanto a quella personale e il raggiungimento del giusto equilibrio tra autonomia da una parte e dipendenza dall’altra.

Cos’è il nido vuoto?

Vi è poi la fase segnata della nascita del primo figlio, il cui fondamentale compito evolutivo è il costituirsi di un nuovo gruppo familiare. Con fase del “nido vuoto” si intende quella particolare fase nella vita di una coppia (o dei suoi qualora non ci sia più una coppia) in cui i figli lasciano il tetto familiare.

Il particolare compito evolutivo di questa fase, in cui non sono più i figli di cui prendersi cura, dovrebbe essere il tornare a dedicare tempo ed energie a se stessi da una parte e al proprio compagno (o compagna), laddove si è avuta la fortuna di ritrovarsi ancora assieme.

Non sono pochi però gli ostacoli in tal senso. In passato, quando i figli si facevano alle soglie dei vent’anni e tendevano anch’essi ad andarsene presto di casa, la fase del nido vuoto coincideva (più o meno) con la crisi di mezza età dei genitori. Il fatto di ritrovarsi senza figli e non ancora anziani facilitava l’inizio di una sorta di “seconda vita” della coppia.

Oggi invece il nido si svuota molto più tardi, in quanto i figli tendono ad andarsene quando sono loro quasi alla soglia della mezza età, motivo per cui la fase del nido vuoto viene spesso a coincidere per la coppia non più giovane con quella del pensionamento, già di per sé critica e delicata.

Uno spazio improvvisamente vuoto

Il pensionamento infatti impone una ristrutturazione della personalità in funzione del nuovo ruolo di pensionato e di un tempo improvvisamente “dilatato” e, quindi, da riempire.

L’associarsi di questi due passaggi in età avanzata rende difficile che lo svuotarsi del nido possa essere visto come un’occasione di crescita per la coppia, vuoi per l’età avanzata appunto, vuoi per il reclutamento come nonni a tempo pieno da parte dei figli, giustifìcati dal fatto che essi siano “ormai” in pensione.

La tendenza è, infatti, quella di crescere che ad una certa età i giochi siano ormai fatti per la coppia, motivo per cui continuare a dedicarsi anima e corpo ai figli e allo loro famiglie.

Accade così spesso che venga ulteriormente rimandato quel tempo in cui tornare a godere l’uno dell’altra con una maggiore consapevolezza e un bagaglio di vita in comune.

Si è ancora una coppia

Per fare questo sarebbe necessario riprendersi anzitutto il piacere e il diritto di essere una coppia, per esempio mettendo una coppia, per esempio mettendo confini ai figli che pretendono dei propri genitori il ruolo di nonni a tempo pieno.

Per quanto il rapporto che si instaura fra nonni e nipoti sia importantissimo e fecondo che la terza età non si esaurisca in questo ruolo. Sarà poi importante per i membri della coppia il cui nido si è svuotato tornare a fare cose insieme, meglio se piacevoli.

Per essere coppia, infatti, non basta vivere due sotto lo stesso tetto. Per coloro che non hanno smesso di sognare con l’età sarà più facile vedere nella fase del nido vuoto un’occasione per riscoprire la bellezza di essere una coppia, nella consapevolezza che i giochi non sono mai fatti una volta per tutte, sia in negativo che in positivo.

Ogni rapporto ha bisogno di tempo ed energie sia per continuare a vivere che per tornare a vivere, perché l’amore non muore con l’età.

Letizia Cingolani

(Articolo pubblicato in Rivista dell’ANAP)

Dott.ssa Letizia Cingolani

Chi Sono

Sono una psicologa e psicoterapeuta individuale e di gruppo ad orientamento analitico transazionale. Sposata dal 2004 e madre di due figli, dal 2011 scrivo per la rivista «Persone e Società» e dal 2016 sono terapeuta certificata E.M.D.R.  Dal 2019 mi occupo anche di persone altamente sensibili.

E.M.D.R.

Attualmente è la tecnica psicoterapeutica più accreditata in ambito scientifico in grado di riattivare la rielaborazione dei vissuti traumatici attraverso i movimenti oculari.

 

Consulenza familiare e di coppia

Talvolta è utile estendere la consulenza al sistema coppia o famiglia. Siamo infatti parte attiva in sistemi, quali la coppia e la famiglia, all’interno dei quali alcuni comportamenti o sintomi individuali possono assumere il loro significato più profondo. 

 

Alta Sensibilità

L’espressione “persona altamente sensibile” (PAS) sta ad indicare un tratto di personalità riscontrabile in circa il 15-20% della popolazione. Questo tratto è come una sorta di filtro dalla realtà che permette di vedere più cose e più in profondità, in particolare l’aspetto emotivo delle situazioni.

Psicoterapia individuale

Laddove vi siano le condizioni, nel rispetto della richiesta della persona, la psicoterapia individuale  è lo strumento di elezione per un cambiamento profondo.  In particolare, nel caso di traumi passati o attuali che bloccano il funzionamento della persona, l’applicazione del metodo EMDR consente una rielaborazione profonda dei vissuti.

Consulenza

La consulenza è il primo e fondamentale momento di accoglienza e condivisione della problematica riferita. Non sempre è necessaria una psicoterapia: talvolta le persone hanno solo bisogno di aumentare la propria consapevolezza e di interventi di psico-educazione.

 

Formazione e approfondimento

Formazione individuale,  approfondimenti e conferenze che riguardano le fasi della vita, la gestione dei traumi, l’alta sensibilità e altre dimensioni della psiche.