Nel mondo di oggi donare è tempo sprecato, mentre può aiutare a risolvere tanti problemi
Il bisogno di occuparci dei più bisognosi, sembra un gioco di parole, è un qualcosa che ha radici molto profonde dentro di noi, basti pensare alla decima dei tempi antichi. Il motivo però per cui donare faccia così bene a chi dona oltre che a chi riceve è in effetti misterioso e risulta anzi incomprensibile nella logica capitalistica secondo cui, a fronte dei nostri soldi o del nostro tempo, siamo abituati ad aspettarci un corrispettivo.
Donare soldi in effetti è importante quando possibile ma molto più benefico, anche se più faticoso, sarebbe donare se stessi, il proprio tempo, il proprio pensiero, le proprie energie. Un conto è donare comodamente da casa via sms o carta di credito un conto è regalare un po’ di noi.
Donare a chi?
Per chi abbia avuto l’ardire di continuare a leggere senza lasciarsi scoraggiare da un così alto intento, è facile immaginare come questo restringa il raggio d’azione a quelli a noi vicini.
Che sia il barbone sotto casa, di cui spesso non sappiamo neppure il nome. Che sia il figlio del vicino che ha perso il lavoro, che sia nostra madre o l’inviso collega di lavoro. Puntuali arrivano allora le resistenze: ma il barbone può essere anche pericoloso e i vicini forse si potrebbero offendere e mia madre poi…
Donare significa spostarsi dal centro
Magari resistenze sensate, ma che ci fanno restare dentro il nostro recinto. Dare qualcosa di sé a qualcuno e farlo in modo gratuito in effetti è faticoso, anzi faticosissimo, ma rappresenta la via d’uscita non solo dal recinto ma dalla logica dell’aspettativa che, per un motivo o per l’altro, ci rende un po’ tutti scontenti. Ma c’è di più.
Allargare i nostri orizzonti ci consente di dimenticare per un attimo i nostri problemi e le nostre fatiche. Se metto l’altro al centro, ciò che mi fa male di me andrà per un po’ sullo sfondo. Una sorta di piccola vacanza da se stessi, non male se si considera che talvolta possiamo essere i nostri peggiori nemici.
Donare significa anche donarsi
Donare significa infine potermi specchiare nei tuoi occhi e vedermi migliore. Avete mai provato a chiedere il nome a chi vive in strada? Sono quasi sempre felici di questo piccolo gesto che restituisce loro una identità spesso perduta.
E che dire di come potrebbero essere gli occhi del figlio del vicino che si trova davanti la porta il completo della sua squadra preferita? Infine, come potrebbero diventare gli occhi di vostra madre che, anche se solo per un giorno, ha potuto vedere la sua famiglia riunita, anche se non unita?
Non si tratta di “far finta di”, così tanto nocivo fuori dalle scene, ma di donare qualcosa a qualcuno. Posso donare un nome a chi sembra averlo perduto, un regalo a chi non può permetterselo e, infine, a mia madre (e a me stesso) un giorno in famiglia senza contrasti, magari mordendomi la lingua pur di non rispondere alle provocazioni.
Perdonare
Oppure posso perdonare davvero chi non ce la fa ad essere diverso da come vorrei: Il per-dono è in effetti il dono più grande e difficile da regalare, sebbene i benefici siano certi. Provare per credere.
Letizia Cingolani
(Articolo pubblicato in Rivista dell’ANAP)