QUANDO LA PAURA DI AMMALARSI DIVENTA MALATTIA…

da | Apr 1, 2021 | Psicologia

Fu Ippocrate a coniare il termine “ipocondria” nel V secolo A..C. e, da allora, la condizione ipocondriaca continua ad essere largamente diffusa anche ai nostri giorni. Uno dei film più evocativi su questo tema è “il malato immaginario”, anche grazie alla magistrale interpretazione di Alberto Sordi. Il film ci ha fatto sorridere sull’argomento anche se, per chi soffre chi questo disturbo, c’è ben poco a ridere.

Origine del disturbo

All’origine del disturbo ci sarebbe, secondo la moderna interpretazione, la tendenza a proiettare i conflitti intra-psichici sul corpo. Di qui, l’eccessiva attenzione al proprio corpo alla ricerca di sintomi sui quali fondare una qualche diagnosi al proprio malessere. La paura di essere affetti da una (più o meno grave) malattia, sì basa così su di una interpretazione tutta personale-di alcuni segni e sintomi.

Tale preoccupazione, per parlare di ipocondria, tende a resistere nonostante le rassicurazioni del medico, anche se basate su indagini cliniche. Paradossalmente, infatti, ricevere dei risultati positivi alle indagini non fa altro che aumentare la preoccupazione di queste persone, frustrate dal non riuscire a dare un nome al loro disagio. Di qui non solo i continui esami, ma anche tutta una serie di comportamenti tesi a ricevere le rassicurazioni da parte di parenti ed amici.

Dove si nasconde il vero problema?

La paura della malattia diventa così uno dei cardini dell’identità di queste persone, che si percepiscono come fragili e vulnerabili, e del loro modo di stare con gli altri. In tal senso, rispondere alle loro richieste di rassicurazione si rivela di solito dannoso, poiché non fa che aumentare il loro sentimento di bisogno.

Con tutti questi svantaggi, l’unico “vantaggio” che l’ipocondriaco porta con sé è quello di allontanare dalla coscienza la vera causa del problema, ovvero il conflitto latente che la persona non è in grado di affrontare a livello cosciente. Da quanto detto, va da sé che il trattamento di elezione per questo disturbo è di tipo psicoterapico.

Non è facile però convincere chi soffre di questo disturbo a richiedere un consulto psicologico. Ne sanno qualcosa i medici di base, ai quali questi pazienti si rivolgono e ai quali chiedono di prescrivere loro continue indagini. Con grande frustrazione da parte di entrambi.

Per guarire …

Per queste persone capire che il loro problema è di tipo psicologico piuttosto che fisico significa aver già fatto un gran bel tratto di strada. Perché significherebbe cominciar a chiedersi cosa fare per uscirne, piuttosto che relegare la soluzione di tutti i propri mali all’intervento del medico.

Per guarire sarà necessario cambiare l’immagine di sé come fragili e vulnerabili, per poi correggere le interpretazioni erronee dei sintomi. Per esempio spiegando che il dolore al petto e l’aumento del battito cardiaco possono essere causati dalla loro paura di star male, poiché corpo e psiche sono indissolubilmente legati e inestricabili e guarire la psiche, mai come in questo caso, significa guarire il corpo.

Letizia Cingolani

(Articolo pubblicato in Rivista dell’ANAP)

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Gentile dottoressa, mi chiamo Miriam e ho 58 anni Le scrivo perché mio marito Egidio, che di anni ne ha 59,è stato brutalmente cassa-integrato dopo circa 30 anni di lavoro. Nonostante fosse comunque vicino alla pensione, Egidio ha reagito male. Mi sembra che a pesargli sia soprattutto il fatto che io continui a lavorare e lui no. Si è chiuso in se stesso, non gli va di uscire e sembra che non voglia neanche più momenti di intimità. Anche quando mi avvicino, lui si allontana. Quando gli chiedo che cosa succede mi dice che non si sente più lo stesso. Possibile che la perdita del lavoro possa avere simili ripercussioni sul piano dell’intimità di coppia?

Cara Miriam. Il lavoro rappresenta una parte importante dell’identità di una persona e del suo quotidiano, sopratutto per un uomo. E’ per questo che il pensionamento rappresenta un passaggio molto delicato nella vita di chiunque, soprattutto per chi non aveva altri interessi oltre al lavoro, anche se non so se questo sia il caso di suo marito.

Da quanto mi racconta la sua reazione è stata complicata dal fatto di aver subito, più che deciso, questo cambiamento di vita in cui si trova improvvisamente a casa, mentre lei va a lavorare. La questione non riguarda quindi solo il lavoro, ma l’improvviso cambio di vita. Da lavoratore a pensionato, da uomo intraprendente a uomo di casa. Per tornare alla sua domanda, non trovo quindi strano che suo marito abbia reagito a questo forte senso di frustrazione chiudendosi in se stesso. Chiudersi nel proprio guscio può talvolta servire a raccogliere le forze necessarie per affrontare una situazione difficile.

Non trovo neanche strano che il fatto di chiudersi in se stesso abbia avuto delle ripercussioni sul piano dell’intimità. L’uomo, come la donna, è uno e indivisibile e quello che accade in camera da letto non può non essere influenzato da quanto sia fuori casa che all’interno della stessa casa.

In questo senso, il suo supporto e la sua comprensione potrebbero davvero preziosi non solo per aiutarlo a superare questo momento, ma anche per ritrovare la vostra intimità.

Dott.ssa Letizia Cingolani

Chi Sono

Sono una psicologa e psicoterapeuta individuale e di gruppo ad orientamento analitico transazionale. Sposata dal 2004 e madre di due figli, dal 2011 scrivo per la rivista «Persone e Società» e dal 2016 sono terapeuta certificata E.M.D.R.  Dal 2019 mi occupo anche di persone altamente sensibili.

E.M.D.R.

Attualmente è la tecnica psicoterapeutica più accreditata in ambito scientifico in grado di riattivare la rielaborazione dei vissuti traumatici attraverso i movimenti oculari.

 

Consulenza familiare e di coppia

Talvolta è utile estendere la consulenza al sistema coppia o famiglia. Siamo infatti parte attiva in sistemi, quali la coppia e la famiglia, all’interno dei quali alcuni comportamenti o sintomi individuali possono assumere il loro significato più profondo. 

 

Alta Sensibilità

L’espressione “persona altamente sensibile” (PAS) sta ad indicare un tratto di personalità riscontrabile in circa il 15-20% della popolazione. Questo tratto è come una sorta di filtro dalla realtà che permette di vedere più cose e più in profondità, in particolare l’aspetto emotivo delle situazioni.

Psicoterapia individuale

Laddove vi siano le condizioni, nel rispetto della richiesta della persona, la psicoterapia individuale  è lo strumento di elezione per un cambiamento profondo.  In particolare, nel caso di traumi passati o attuali che bloccano il funzionamento della persona, l’applicazione del metodo EMDR consente una rielaborazione profonda dei vissuti.

Consulenza

La consulenza è il primo e fondamentale momento di accoglienza e condivisione della problematica riferita. Non sempre è necessaria una psicoterapia: talvolta le persone hanno solo bisogno di aumentare la propria consapevolezza e di interventi di psico-educazione.

 

Formazione e approfondimento

Formazione individuale,  approfondimenti e conferenze che riguardano le fasi della vita, la gestione dei traumi, l’alta sensibilità e altre dimensioni della psiche.